Le nuove ‘mode’ sostenibili
Mentre l’Italia è alle prese con inceneritori e discariche, con commissari straordinari e proteste di paese, il Regno Unito (anni luce da noi) ci dà l’ennesima lezione di comportamento.
Mentre l’Italia è alle prese con inceneritori e discariche, con commissari straordinari e proteste di paese, il Regno Unito (anni luce da noi) ci dà l’ennesima lezione di comportamento.
Per la serie “meglio evitarli i problemi che risolverli”, ecco arrivare sul mercato la bottiglia in plastica biodegradabile, fatta al 100% di mais. Il contenitore, prodotto dalla Belu, circa 12 settimane dopo l’utilizzo, si decompone, evitando di riempire discariche per anni.
Come mai gli scaffali dei supermarket non ne sono pieni? La risposta è ovvia: se tutti si rivolgono alla Belu (che certamente ha registrato il brevetto) che fine fanno le altre multinazionali?
Le scelte sostenibili hanno contagiato anche altri settori.
L' organic fashion è la nuova frontiera della moda. Da noti stilisti a marchi più commerciali, tutti propongono capi ecologici. Un esempio? Adisas produce un modello di sneakers, che, se sotterrate, dopo 18 mesi si decompongono.
Non è un caso sporadico: anche H&M, Jackjones, Wrangler...contano nelle loro collezioni prodotti eco.
La domanda è d’obbligo: questo diffuso interesse per materiali bio ed ecologici a cosa è dovuto? Siamo di fronte ad un cambio di rotta a favore di una politica ambientale o questi prodotti sono semplicemente frutto di una moda passeggera? Staremo a vedere….
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